tag:blogger.com,1999:blog-6235612406165072793.post6082778925556298248..comments2022-12-03T07:29:44.971+01:00Comments on LA DIMORA DEL TEMPO CIRCOLARE: Il libro dell'Inquietudine di Bernardo Soares - Fernando PessoaSimona Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/11792033941022566504noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-6235612406165072793.post-83183811487411001962012-12-29T00:31:51.347+01:002012-12-29T00:31:51.347+01:00Come si fa a rispondere a tanta bellezza. da tempo...Come si fa a rispondere a tanta bellezza. da tempo non sentivo dentro le parole che si facevano piano senso. Accoglierle è un onore, farle scorrere fuori sarebbe ritrovare la libertà dell'anima che ho perso.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6235612406165072793.post-54673574057984421822010-11-30T18:05:22.490+01:002010-11-30T18:05:22.490+01:00Scritto da Marinaf:
http://www.youtube.com/watch?...Scritto da Marinaf:<br /><br />http://www.youtube.com/watch?v=D_Mj_wc8jeA<br />Intraducibile la parola portoghese "saudade". Nostalgia parola troppo giovane ( risale al Settecento ) ed incompleta per riuscire ad incarnarne almeno in parte il senso nella nostra lingua. Saudade è una parola arcaica, antica quanto il mondo. Ascoltare al tramonto la voce di Teresa Salgueiro, magari camminando per Lisbona, mentre le luci delle navi in lontananza si riflettono nel Tago, magari in una sera nebbiosa ed umida, magari da soli, può avvicinarsi di più alla sua radice nodosa che si avvolge alla base del Tempo. Il vero viaggiatore conosce molto bene il significato esatto della parola saudade, lo vive come uno stato, come uno stare dentro. Entrare e percorrere questo libro è sperimentare questa parola, è sentire quello struggimento melanconico che vela lo sguardo, quel disìo dantesco che" intenerisce il core". Viaggiare è essere sradicati in qualche modo, vivere un altrove, sperimentare l'irrilevanza del proprio essere. " Ho visitato e vissuto in molti altrove. E lo sento come un grande privilegio, perchè posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita". ( A. Tabucchi )<br />Viaggiare è anche ridimensionarsi. Rimettersi in ascolto della vita fuori di noi, assaporare culture diverse, vedere il mondo da tutte le altre possibili angolazioni. Viaggiare leggeri, aperti, disposti a sperimentare fino in fondo la cultura che si attraversa e che ci attraversa. Entrare nello spirito del luogo senza certezze, abbandonandosi, facendosi sorprendere dall'ignoto, dal non comprensibile, dal non decifrabile. Guardare, ascoltare, leggere, sperimentare, gustare. <br />Lasciarsi sorprendere dal significato delle parole e sentire il significato che assumono in un determinato luogo.<br />" Kyoto ha fortuna, <br />fortuna e palazzi, <br />tetti alati, <br />gradini in scala musicale.<br />Attempata ma civettuola, <br />di pietra ma viva, <br />di legno, ma come crescesse dal cielo alla terra.<br />Kyoto è una città bella <br />fino alle lacrime.<br />Vere lacrime d'un certo signore, <br />un intenditore, un amatore di antichità, <br />che in un momento decisivo <br />al tavolo delle conferenze <br />esclamò che in fondo ci sono tante città peggiori- <br />e d'improvviso scoppiò in lacrime sulla sua sedia.<br />Così si salvò Kyoto, <br />decisamente più bella di Hiroschima".<br />( Wislawa Szymborska )<br />Ripensare la Storia, ripensare la vita, ripensare la propria vita. <br />Ogni viaggio è un passo verso una comprensione più profonda, più piena . Ritrovare l'anima dei luoghi è trovare la propria. E' dargli forma, è prendere piena coscienza di ciò che deve assolutamente essere salvaguardato, non ci sono altre priorità se non quella di salvare il mondo da noi, dalla nostra superbia, dalla nostra stupidità. Siamo solo di passaggio e quello che ci è stato donato, l'universo nel quale siamo immersi, è di una bellezza folgorante. Questo libro, di un lettore molto attento, restituisce il fascino incantato e misterioso ad un mondo che sembra impazzito. E' "leggero" di quella leggerezza che consola ed aiuta. Di quella leggerezza che rende " pieni " e grati. Un alleggerirsi prendendo pienezza.<br />" Un luogo non è mai solo QUEL LUOGO: siamo un pò anche noi. <br />In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati" ( A. Tabucchi)Simona Rinaldihttps://www.blogger.com/profile/11792033941022566504noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6235612406165072793.post-20546200865454476112010-02-14T13:11:47.400+01:002010-02-14T13:11:47.400+01:00A.F: penso al primo capoverso della nota: "si...A.F: penso al primo capoverso della nota: "siamo della stessa sostanza di cui son fatti i sogni". ne è un'implicazione, ti pare?<br />Ke-r..sì..una l'ombra dell'altra...<br />A.F:mi sta venendo un'idea... la preciso poi ti scrivo.<br />P.F:grazie, erinni<br />G.D.R:Ah, tutto è simbolo e analogia! / Il vento che passa, la notte che rinfresca / sono tutt'altro che la notte e il vento: / ombre di vita e di pensiero. / Tutto ciò che vediamo è qualcos'altro. / L'ampia marea, la marea ansiosa, / è l'eco di un'altra marea che sta / laddove è reale il mondo che esiste. / Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza. / La notte fredda, il passare del vento / sono ombre di mani i cui gesti sono / l'illusione madre di questa illusione. - FERNANDO PESSOA, Faust, Atto primo -La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta.<br />________________________________<br /><br />Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.<br />________________________________<br /><br />Un uomo, se possiede la vera sapienza, può godere l'intero spettacolo del mondo seduto su una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, soltanto con l'uso dei sensi e il fatto che l'anima non sappia essere triste.<br />________________________________<br /> La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta. (Fernando Pessoa).<br />Naturalmente, questo non vuol dire che c'è più vita nell'arte e nella letteratura.<br />O che la vita non è vita senza arte e letteratura.<br />Maurice Blanchot era convinto che la realtà imita la letteratura: la letteratura è più avanti, sa di più di noi.<br />Maria Zambrano parla di una scienza dell'anima.<br />Se al posto di vita mettiamo realtà e se realtà significa realtà dell'anima, e se stiamo movendo verso un sapere dell'anima, questo sapere può prescindere dalle nostre narrazioni e dalla capacità che è propria della poesia di divinare da quel fondo enigmatico e buio da cui parliamo?<br />La vita non basta, se per vita intendiamo la favola metropolitana raccontata dalla televisione tutta: la vita è tutta fuori.<br />La realtà dell'Inconfessabile, il Segreto, il non detto delle emozioni (e della sessualità e della droga), la qualità degli accordi a cui giungiamo quando ci è concesso il privilegio di un incontro (empatia e kairos), il nostro domandare, la preghiera, la giusta attesa, le pause dell'anima, il silenzio, l'innocenza seconda, l'inquietudine e l'irrequietezza, la differenza in pace.<br />Ciò che conta veramente è invisibile, indicibile, in breve aspirazione alla giustizia, perché nulla vada perduto, nemmeno un grumo, di ciò che è altro, irriducibilmente altro. <br />La tendenza delle politiche del pensiero unico a ridurre tutto a sé è negazione della vita, di tutta la vita.Simona Rinaldihttps://www.blogger.com/profile/11792033941022566504noreply@blogger.com